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DA VEDERE A MESSINA E PROVINCIA
Messina,
città sullo Stretto che ne porta il nome,
l'antica Zancle e Messana, è la terza città
di rango metropolitano della Sicilia (Legge Regionale
n.9 del 1986), nonché capoluogo della omonima
provincia regionale. Messina è il tredicesimo
comune d'Italia per numero di abitanti e su di essa
gravita la vasta regione siculo-calabra dello Stretto.
L'agglomerato urbano centrale si estende per circa
40 Kmq; il resto della popolazione comunale si addensa
nei numerosi quartieri collinari. L'Area metropolitana
di Messina, come delimitata con decreto del Presidente
della Regione Siciliana del 10 agosto 1995, comprende
51 comuni per una superficie di 1.185 km2, che in
una ininterrotta conurbazione costiera di 135 chilometri
vanno dalla piana di Milazzo alla baia di Taormina
e Giardini-Naxos, includendo le Isole Eolie. Questa
area è la quinta del Mezzogiorno e l'undicesima
italiana. Ricostruita per intero dopo il terribile
sisma e maremoto del 1908, e successivamente dopo
i bombardamenti prima inglese a partire dal 1941-1942
(con inizio delle incursioni già dal giugno
1940) e poi anglo-americani dal 1943, la città
con il suo porto, tra i più grandi e trafficati
del Mediterraneo è scalo dei traghetti per
il Continente, importante e storica sede universitaria
(la seconda in Sicilia) e frequentato centro balneare.
A circa 90 Km da Catania e circa 230 km da Palermo,
stretta tra le coste ionica e tirrenica ed i monti
Peloritani, si affaccia con il suo grande porto
naturale (militare e commerciale), chiuso dalla
penisoletta a forma di falce di San Ranieri, di
fronte a Villa San Giovanni e poco più a
Nord rispetto a Reggio Calabria. La città
si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale
lungo la costa dello Stretto senza soluzione di
continuità da Giampilieri Marina a Capo Peloro
per 34 kilometri nella fascia jonica. La fascia
tirrenica, di 24 km, si estende da Capo Peloro a
Orto Liuzzo. L'area urbana centrale,che può
essere racchiusa tra i torrenti Annunziata e San
Filippo oggi coperti dal piano stradale,
è lunga circa 12 km, con scarsa propensione
verso ovest dovuta aicontrafforti collinari dei
Peloritani, che impediscono lo sviluppo di un ampio
reticolato urbanogeometrico in detta direzione.
L'estrema vicinanza dei monti conferisce alla parte
occidentaledella città una certa pendenza,
superata con scalinate e attraversata dalla panoramicacirconvallazione
a monte. Sono presenti numerose "intrusioni
urbane" verso l'interno collinare in corrispondenza
delle brevi pianure dei torrenti, che tendono a
inglobare come quartieri alcuni dei più antichi
casali del territorio cittadino (i cosiddetti "Villaggi",
che sono 48). Messina è al centro di una
zona agricola, con la produzione di agrumi (tra
cui il limone Interdonato, l'arancio, il mandarino
e il mandarancio o clementina), frutta, ortaggi
e dei vini D.O.C. Faro e Mamertino. La città
è sede universitaria dal 1548, dell'Arcidiocesi
Protometropolitana di Messina - Lipari - Santa Lucia
del Mela ed Archimandritato del Santissimo Salvatore
e di un'antica Fiera Internazionale. Il porto è
anche sede di un antico Arsenale militare e di cantieri
navali civili (Rodriguez e Palumbo). La città
si caratterizza per il clima mediterraneo, con escursioni
termiche molto contenute in ogni stagione.
CLIMA
L'inverno, piuttosto breve, presenta rarissimi episodi
di freddo. L'estate è moderatamente calda
ma piuttosto afosa, con labrezza di mare che tende
a contenere i valori massimi di temperatura; soltanto
in presenza di venti meridionali, durante le ondate
di calore è possibile raggiungere i 40°C.
Le precipitazioni sono superiori agli 800 mm, concentrate
prevalentemente tra l'autunno e l'inverno.
EDIFICI
RELIGIOSI
Basilica Cattedrale Protometropolitana, dedicata
a Santa Maria Assunta, bizantina, ricostruita alla
fine del XII secolo e con numerosi altri rifacimenti.
Conserva numerose opere d'arte.
Sinagoga, eretta tra XII e XIII secolo e trasformata
in Chiesa di San Filippo Neri di Messina.
Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani,
eretta tra XII e XIII secolo forse sui resti di
un preesistente tempio pagano
Chiesa della Santissima Annunziata , su progetto
del Guarino Guarini, che venne distrutto dal terremoto
del 1908.
Chiesa concattedrale
del Santissimo Salvatore, sede dell'Archimandritato
Basilica - Santuario di S. Antonio di Padova, custodisce
le spoglie di Sant'Annibale Maria Di Francia
Sacrario di Cristo Re, progettato nel 1937, possiede
la più grande campana d'Italia
Santuario della Madonna di Montalto sul colle della
Caperrina, ricostruito dopo il terremoto.
Chiesa di Sant'Elia , del XVI secolo, a navata unica.
Chiesa di Santa Maria della Scala , del 1723, che
venne distrutto dal terremoto del 1908.
Chiesa di San Gregorio
, del XVI secolo.Il campanile della caratteristica
forma elicoidale si edificò nel 1717 su progetto
del Juvarra. Ancora al 1743 Pietro Passalacqua adorna
la facciata della chiesa su disegni di Filippo Juvarra.
Venne distrutto dal terremoto del 1908.
Chiesa delle Anime del Purgatorio , opera di Raffaello
Margarita del 1750, che venne distrutto dal terremoto
del 1908.
Chiesa di Santa Teresa , opera di Matteo de Maria
del 1810, che venne distrutto dal terremoto del
1908.
Chiesa di San Francesco all'Immacolata, del XIII
secolo, la seconda chiesa per dimensioni della città
Chiesa di San Giovanni di Malta, opera di Giacomo
Del Duca, allievo di Michelangelo
Chiesa della Madonna delle Grazie, nel villaggio
Pace, costruita nel XVII secolo su progetto di Simone
Gullì. Distrutta dal terremoto, è
stata ricostruita.
Chiesa di Santa Maria della Valle detta "Badiazza",
chiesa-fortezza di epoca normanna, nell'alta valle
del torrente Ritiro
Chiesa ed ex monastero basiliano di Santa Maria
di Mili in Mili San Pietro, fondata nel XI secolo
e quindi allungata nel XVI.Nel sito fu sepolto il
figlio di Ruggero d'Altavilla , morto in combattimento
a Siracusa
Chiesa di S.Maria Alemanna risalente alla metà
del duecento è l'unico esempio di architettura
gotica in Sicilia
FONTANE
Fontana di Orione
Sita in Piazza Duomo è opera di Giovanni
Angelo Montorsoli (1553).
Fontana del Nettuno
Seconda opera messinese di Giovanni Angelo Montorsoli
(1557)
Fontana Senatoria
È collocata sul lato sud del Palazzo Municipale;
si compone di una grande vasca circolare con al
centro una stele che sostiene una grande tazza buccellata
del 1619 recante sul bordo esterno, in sette targhe
a rilievo, i nomi dei Senatori del tempo.
Fontana Falconieri
Fu eretta in piazza Ottagona (oggi piazza Filippo
Juvara) nel 1842 per i festeggiamenti secolari in
onore della Madonna della Lettera dall'architetto
messinese Carlo Falconieri. Oggi si trova al centro
di piazza Basicò.
Le Quattro Fontane
Eseguite tutte su disegni del romano Pietro Calcagni,
poste ai quattro angoli tra via Austria (oggi via
I Settembre 1847) e via Cardines, nuove arterie
volute dal Senato di Messina nel 1572 per congiungere
il Duomo al Palazzo Reale, furono eseguite in epoche
diverse. La prima, nel 1666, da Innocenzo Mangani,
la seconda, nel 1714, da Ignazio Buceti, le ultime
due da ignoti artisti nel 1742. La decorazione è
ispirata al mare; gli stemmi imperiali spagnoli
e di Messina sormontano ciascuna fontana. Distrutte
dal terremoto del 1908, ne sono state ricomposte
solamente due nel sito originario. Le due mancanti
sono custodite al Museo Regionale.
Fontana Bios
alla Passeggiata a Mare, realizzata dal pittore
e scultore messinese Ranieri Wanderlingh.
Fontana dei 4 cavallucci
in largo San Giacomo, alle spalle di Piazza Duomo.
Secondo lo storico Cajo Domenico Gallo fu eretta
nel 1742 in occasione della festa della Madonna
della Lettera, scolpita dal catanese Giovan Battista
Marino.
Fontana del Brugnani e Fontana in ghisa
all'interno della Fiera campionaria, la prima scolpita
nel 1738 dal messinese Ignazio Brugnani. Fino al
1908 si trovava nel cortile del monastero di S.
Gregorio Magno, sotto Montalto. I gravi danni subiti
sono stati restaurati nel 1980. La seconda è
opera di artigiani fonditori messinesi di fine '800.
Fontana della Pigna
in piazza Seguenza, è di stile settecentesco,
sormontata da una grossa pigna da cui prende il
nome. Si pensa provenga da un cortile del seminario
arcivescovile.
Fontana di Piazza Repubblica
è del periodo immediatamente successivo alla
seconda guerra mondiale e sfrutta i resti di una
fontana del 1902, poi andata distrutta, realizzata
da Leandro Caselli in occasione della realizzazione
dell'acquedotto cittadino.
Fontana Gennaro
all'incrocio tra corso Cavour e via T. Cannizzaro,
sarebbe opera del 1590 di Rinaldo Bonanno.
Fontana di Piazza Cairoli
inaugurata con la ristrutturazione della piazza,
nel 2003.
MANIFESTAZIONI
Festa della Madonna della Lettera
Messina celebra il 3 giugno di ogni anno la Madonna
della Lettera, patrona della città e patrona
principale dell'Arcidiocesi, con una partecipata
processione del Vascelluzzo d'argento cesellato
con la statuetta argentea della Madonna, modellata
da Lio Gangeri nel 1902 e la reliquia del Capello
di Maria contenuta in un prezioso ostensorio (la
Lettera è andata perduta in uno dei tanti
incendi che devastarono il Duomo nel corso della
sua travagliata storia).
Mezzagosto:
processione della "Vara" e dei "Giganti"
La festa più importante è, però,
quella che si svolge a Mezzagosto di ogni anno:
viene portata in processione da quasi duemila fedeli,
vestiti di bianco ed a piedi scalzi, un'antica macchina
votiva: la Vara, raffigurante le fasi dell'Assunzione
della Vergine Maria al cielo. La processione richiama
una folla di visitatori sempre crescente, che superano
le 200.000 unità.
La
Vara, alta circa 13,50 metri, poggia su grandi scivoli
metallici e presenta numerose figurazioni in materiali
diversi di angeli, le due grandi sfere rotanti del
Sole e della Luna e, in cima, la statua del Cristo
che, con una mano, sorregge Maria, in atto di portarla
all'Empireo; i fedeli la trascinano tirando le lunghe
gomene (230 m ciascuna, spessore 5 cm) che vi sono
attaccate alla base lungo il selciato precedentemente
bagnato del corso Garibaldi, da piazza Castronovo
a via I Settembre e poi da via I Settembre, arteria
storica della Città, fino a Piazza Duomo,
dove la processione si conclude a sera.
La
Vara è una macchina trionfale, costruita
per la prima volta nel 1535, in onore dell'Imperatore
Carlo V, in quell'anno in visita a Messina; la sua
processione, sicuramente la più imponente
delle feste di tutta la Sicilia, richiama a Messina,
nel pomeriggio del 15 agosto, oltre centocinquantamila
fedeli dalla Sicilia. In Calabria, a Palmi (RC)
si svolge la Varia, festa uguale,(nata in seguito
alla gratitudine della Città di Messina per
l'aiuto prestato dai palmesi ai messinesi sfuggiti
ad una pestilenza) con l'unica differenza che mentre
a Messina i bambini sono stati sostituiti da puttini
in cartapesta in seguito ad un grosso incidente,
a Palmi invece viene mantenuta la tradizione delle
creature animate.
Nei
giorni precedenti il 15 agosto, le vie della città
sono percorse dalla processione festante dei due
Giganti e del Cammello, assieme a numerosi gruppi
folkloristici. In particolare, le due colossali
statue a cavallo raffigurano i leggendari fondatori
della città, la messinese Mata ed il moro
Grifone (detti "u giganti e a gigantissa").
Non
si hanno notizie certe sull'origine di questi ultimi
due apparati festivi, mentre il Cammello ricorda
l'ingresso trionfale a Messina, all'inizio della
conquista della Sicilia sottratta agli Arabi, del
normanno Conte Ruggero d'Altavilla, che secondo
la tradizione avvenne proprio a dorso di cammello.
Fiera
Internazionale
Presso il quartiere fieristico si svolgono la grande
campionaria internazionale (ogni anno, dal 1 al
15 agosto) e numerose altre manifestazioni fieristiche
di settore nel corso dell'anno. La Fiera di Messina
è la più antica del mondo: fu fondata
il 2 Aprile 1296 da Federico II d'Aragona il quale
consentì che i messinesi, per quindici giorni
l'anno, aprissero una fiera sgravata dagli obblighi
tributari.
Altre
manifestazioni
Il Venerdì Santo si snoda per le principali
vie della città la processione delle Barette,
risalente al 1610 e composta da undici gruppi statuari
raffiguranti episodi della Passione di Cristo.
Il
giorno della festa del Corpus Domini, dalla Cattedrale
si snoda una lunga processione preceduta da fedeli
incappucciati detti "Babaluci" e da tutte
le associazioni, congregazioni ed arciconfraternite
religiose della Città. Assieme all'ostensorio
con il SS. Sacramento, portato sotto un ricco baldacchino
in seta dall'Arcivescovo, viene portato a spalla
il "Vascelluzzo", fercolo in argento cesellato
adornato di piccoli drappi rossi e spighe di grano.
Lopera è un ex voto fatto dai messinesi
in segno di ringraziamento verso la Madonna della
Lettera che, in occasione di varie carestie, miracolosamente
fece giungere nel porto della città alcuni
vascelli carichi di grano.
Per
tutta l'estate, il cartellone Messinestate raccoglie
centinaia di eventi culturali, musicali, teatrali
su tutto il territorio cittadino, suddivisi in decine
di rassegne tematiche. Al suo interno, Messinafest
comprende i principali eventi di richiamo nazionale
ed internazionale, in particolare concerti (che
si svolgono solitamente presso lo Stadio San Filippo
o a Piazza del Duomo). Messinafest raccoglie l'eredità
del famoso Mezzagosto messinese, storica rassegna
di spettacoli e manifestazioni di vario genere che
ravvivano l'Agosto peloritano in prossimità
delle grandi celebrazioni religiose e profane di
Ferragosto. In Agosto la città ospita anche
il Galà Internazionale del Folklore, organizzato
dall'Associazione "I Canterini Peloritani",
che accoglie in città gruppi folkloristici
provenienti da ogni parte del mondo con le loro
esibizioni.
LA
PROVINCIA DI MESSINA
La
provincia di Messina ha oltre 650.000 abitanti.
E' situata all'estremità nordorientale dell'isola
e affacciata a nord sul mar Tirreno, ad est sullo
Stretto di Messina, che la separa dalla Calabria
di 3 km nella zona in cui le sponde sono più
vicine e sul mar Ionio. La Provincia di Messina
ospita un'importante riserva della biosfera nonché
patrimonio culturale, le Isole Eolie, dal 2000 Patrimonio
dell'Umanità UNESCO. Il territorio provinciale
messinese è tra i più ricchi dell'isola,
e ne fanno parte due delle località turistiche
più importanti della Sicilia, Taormina e
le Isole Eolie (Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea,
Salina, Stromboli, Vulcano). Le isole costituiscono
il comune di Lipari tranne Salina che è suddivisa
amministrativamente in tre comuni. La provincia
di Messina è la provincia italiana con più
comuni con accesso al mare, ben 46 (34 sul Mar Tirreno,
12 sul Mar Jonio, e il comune di Messina su entrambi).
È la provincia dell'isola con la più
elevata vocazione turistica. Notissime località
turistiche sono Taormina e le Isole Eolie che, assieme
a Messina e a tutti gli altri centri della Provincia,
la rendono, con circa 5 milioni di presenze turistiche
annue, la prima in Sicilia e tra le primissime nel
meridione d'Italia. In particolare, il porto di
Messina accoglie 400.000 croceristi l'anno. Degni
di nota sono: le Gole dell'Alcantara sull'omonimo
fiume al confine con la provincia di Catania, situate
nel comune di Motta Camastra in località
Fondaco Motta, tutelate da un Parco Fluviale; gli
splendidi scenari naturalistici dei monti Peloritani
e del Parco dei Nebrodi, ricchi di boschi; l'intero
tracciato costiero, rinomato per la balneazione
(Milazzo, Venetico, Oliveri, Patti, Gioiosa Marea,
Piraino, Brolo, Capo d'Orlando, Giardini Naxos,
Taormina, Letojanni, Sant'Alessio Siculo, Santa
Teresa di Riva, Furci Siculo); le aree archeologiche
di Tindari (con il celebre teatro greco) e di Alesa
Arconidea e Naxos; la produzione ceramica di Santo
Stefano di Camastra e Patti; i piccoli e medi centri
storici (su tutti San Piero Patti, Montalbano Elicona,
San Marco d'Alunzio, Santa Lucia del Mela, Novara
di Sicilia, Savoca, Forza d'Agrò, Casalvecchio
Siculo, Fiumedinisi ed Alì); la ricca offerta
museale; le grandi manifestazioni estive (Il festival
di Taormina Arte, e le altre rassegne ospitate a
Tindari, Villa Piccolo di Capo d'Orlando e Castroreale).
Ben cinque comuni della Provincia di Messina fanno
parte dell'esclusivo club de i Borghi più
belli d'Italia, si tratta di Castelmola, Savoca,
San Marco d'Alunzio, Novara di Sicilia, Montalbano
Elicona. Nel territorio di Acquedolci si trova la
grotta di San Teodoro, all'interno della quale sono
state ritrovate le più antiche sepolture
paleolitiche siciliane (cinque crani e due scheletri
eccezionalmente completi) che hanno consentito una
conoscenza approfondita degli antichi abitanti della
Sicilia.
Le
Terme nella provincia di Messina
Alì
Terme - Terme di Granata Cassibile
Lipari - Terme di San Calogero
Terme Vigliatore - Terme fonte
di Venere
Vulcano - Terme del porto di levante
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Musei ed aree archeologiche
Alcara
Li Fusi - Museo di arte sacra.
Alì - Museo di arte
sacra Chiesa Madre Sant'Agata.
Barcellona Pozzo di Gotto
-
Museo
etnostorico Nello Cassata - Parco Museo
Jalari
Capo d'Orlando -
Museo fondazione Piccolo di Calanovella
- Antiquarium - Pinacoteca
Castroreale - Museo civico
e pinacoteca parrocchiale
Cesarò - Mostra
permanente testimonianza dei Nebrodi
Francavilla di Sicilia
-
Antiquarium
(reperti greci V secolo a.C.) - Museo di
Storia Contadina e Francescana (Convento
dei Frati Cappuccini)
Furci Siculo -
Museo
del mare
Giardini Naxos -
Museo
archeologico di Naxos
Lipari -
Museo
archeologico regionale Eoliano
Messina -
Museo
regionale di Messina - Museo della cultura
e musica popolare dei Peloritani - Tesoro
del Duomo di Messina
Milazzo -
Antiquarium
archeologico
Mistretta -
Museo
civico polivalente - Museo delle tradizioni
silvo-pastorali "Giuseppe Cocchiara"
Mojo Alcantara -
Museo
etnografico
Novara di Sicilia -
Museo
etnografico
Patti -
Museo
diocesano - Museo etnografico di Sorrentini
- Museo della ceramica - Antiquarium della
Villa Romana
Piraino -
Museo
etnoantropologico
San Marco d'Alunzio -
Museo
normanno-bizantino - museo di arte sacra
- museo antropologico - museo basiliano
San Salvatore di Fitalia
-
Museo
comunale delle tradizioni religiose
Santa Lucia del Mela -
Museo diocesano
Santa Marina Salina -
Museo
etnoantropologico comunale
Sant'Agata Militello -
Museo
etnoantropologico dei Nebrodi
Santo Stefano di Camastra
-
Museo
civico delle ceramiche
Savoca -
Museo
Etno-antropologico e Cripta del convento
dei Cappuccini con le mummie
Scaletta Zanclea -
Museo
etno-antropologico
Terme Vigliatore -
Villa
Romana
Tortorici -
Museo
delle tradizioni
Tusa -
Parco
archeologico di Halaesa
Ucria -
Museo
etnostorico dei Nebrodi - Museo della cartapesta
Giampistone - Museo tipologico delle arti
tradizionali - Museo pedagogico dell'arte
e della creatività giovanile
Castelli ed edifici storici
Acquedolci Castello
e borgo "Marina" (XVII sec), Grotta
di San Teodoro, Antillo Castello
Capo d'Orlando Cave di Mercadante,
Terme di Bagnoli, Castello Bastione, Ruderi
del castello di Orlando
Caronia Mura perimetrali della
città di Calacte
Castelmola Castello di
Castelmola
Castell'Umberto Torre e cinta muraria
del castello dei Sollima di origine normanna
Forza d'Agrò Castello di
Forza d'Agrò
Francavilla di Sicilia Ruderi del
Castello Normanno
Fiumedinisi Castello
Giardini Naxos Castello
Malvagna Resti della cuba, costruzione
medievale
Messina
I
forti umbertini
Milazzo Castello
Messina Chiesa Normanna Santa Maria
di Mili
Montalbano Elicona Castello
Motta Camastra
Castello
Motta d'Affermo Castello
Novara di Sicilia Castello
Patti Villa Romana e Tyndaris
Raccuja Castello Branciforti
Roccella Valdemone Castello
Rometta Castello
Sant'Alessio Siculo Castello
Santa Lucia del Mela Castello-Santuario
Savoca Castello di Pentefur
Scaletta Zanclea Castello
Spadafora Castello
Taormina Teatro antico, odeon,
naumachie, torre militare, castello e necropoli
araba
Torregrotta Torre e portale merlato
del Castrum
Tusa Alesa Arconidea
Venetico Castello
Villafranca Tirrena Castello di
Bauso
Parco
regionale dei Nebrodi
Il
Parco regionale dei Nebrodi, istituito il
4 agosto 1993, con i suoi 86.000 ha di superficie
è la più grande area naturale
protetta della Sicilia. I Nebrodi, assieme
alle Madonie ad ovest e ai Peloritani ad
est, costituiscono l’Appennino siculo.
Essi s’affacciano, a nord, direttamente
sul Mar Tirreno, mentre il loro limite meridionale
è segnato dall’Etna, in particolare
dal fiume Alcantara e dall’alto corso
del Simeto. Notevole è la escursione
altimetrica, che da poche decine di metri
sul livello del mare raggiunge la quota
massima di 1847 metri di Monte Soro. Altri
rilievi da segnalare sono la Serra del Re
(1754 metri), Pizzo Fau (1686 metri) e Serra
Pignataro (1661 metri).
Gli elementi principali che più fortemente
caratterizzano il paesaggio naturale dei
Nebrodi sono l’asimmetria dei vari
versanti, la diversità di modellazione
dei rilievi, la ricchissima vegetazione
e gli ambienti umidi. Connotazione essenziale
dell’andamento orografico è
la dolcezza dei rilievi, dovuta alla presenza
di estesi banchi di rocce argillose ed arenarie:
le cime, che raggiungono con Monte Soro
la quota massima di 1847 s. l. m., hanno
fianchi arrotondati e s’aprono in
ampie vallate solcate da numerose fiumare
che sfociano nel Mar Tirreno. Ove però
predominano i calcari, il paesaggio assume
aspetti dolomitici, con profili irregolari
e forme aspre e fessurate. È questo
il caso del Monte San Fratello e, soprattutto,
delle Rocche del Crasto (1315 m s.l.m.).
I comuni ricadenti nell’area del parco
sono 23: 18 in provincia di Messina (Acquedolci,
Alcara Li Fusi, Capizzi, Caronia, Cesarò,
Floresta, Galati Mamertino, Longi, Militello
Rosmarino, Mistretta, Sant'Agata di Militello,
Santa Domenica Vittoria, San Fratello, San
Marco d'Alunzio, Santo Stefano di Camastra,
San Teodoro, Tortorici, Ucria), 3 in provincia
di Catania (Bronte, Maniace, Randazzo),
2 in provincia di Enna (Cerami, Troina).
Il parco è suddiviso in quattro zone
nelle quali operano, a seconda dell’interesse
naturalistico, particolari divieti e limitazioni,
funzionali alla conservazione e, quindi,
alla valorizzazione delle risorse che costituiscono
il patrimonio dell’area protetta.
La zona A (di riserva integrale), estesa
per 24.546 ettari, comprende i sistemi boschivi
alle quote più elevate, le uniche
stazioni siciliane di tasso (Taxus baccata)
ed alcuni affioramenti rocciosi. Oltre i
1200 metri sul livello del mare, sono localizzate
varie faggete (circa 10.000 ettari), mentre
a quote comprese fra gli 800 e i 1200 metri,
sui versanti esposti a nord, e tra i 1000
e i 1400 metri, sui versanti meridionali,
è dominante il cerro. Ampie aree
per il pascolo s’aprono, inoltre fra
faggete e cerrete. È importante evidenziare
che il faggio trova nel parco l’estremo
limite meridionale della sua area di diffusione.
A quote meno elevate (600-800 metri sul
livello del mare) si trova la sughera che,
in particolare nel territorio di Caronia,
forma associazioni di grande pregio ecologico.
Sono, infine, comprese nella zona A le stazioni
delle specie endemiche più importanti
e le zone umide d’alta quota, nonché
tratti d’interessanti corsi d’acqua.
La zona B (di riserva generale), estesa
per 46.879 ettari, include le rimanenti
formazioni boschive ed ampie aree destinate
al pascolo, localizzate ai margini dei boschi.
Sono, inoltre, presenti limitate zone agricole
ricadenti in aree caratterizzate da elevato
pregio naturalistico e paesaggistico. La
zona C (di protezione), estesa per 569 ettari,
comprende nove aree, strategicamente distribuite
sul territorio, in cui sono ammesse le attività
rivolte al raggiungimento d’importanti
finalità del parco quale, ad esempio,
la realizzazione di strutture turistico-ricettive
e culturali. La zona D (di controllo) è
l’area di preparco estesa per 13.593
ettari. Essa costituisce la fascia esterna
dell’area protetta consente il passaggio
graduale nelle aree a più alta valenza
naturalistica.
La millenaria civiltà dei contadini
e dei pastori nebroidei si riflette in numerose
produzioni artigianali. Ricami di tovaglie
e lenzuola eseguiti a mano, ceste e panieri
di giunco o canna, oggetti per uso agricolo
in legno o ferla, lavorazione della pietra
e del ferro battuto, realizzazioni, con
antichi telai, di colorate stuoie e tappeti
(pizzare), produzione di pregevoli ceramiche
sono i segni tangibili dell’operosità
e della fantasia del popolo dei Nebrodi.
PRODOTTI
I prodotti alimentari trovano la loro massima
espressione in quelli caseari: il dolce
o piccante canestrato, il gustoso pecorino,
la profumata provola e la delicata ricotta
vengono, ancora oggi, lavorati dalle sapienti
mani dei pastori. Rinomati sono, inoltre,
i salumi ottenuti con le carni del suino
nero dei Nebrodi; pregiate sono le produzioni
d’olio d’oliva, miele, nocciole,
pistacchio e frutti di bosco; saporite le
conserve dei pomodori, funghi e melanzane;
molto apprezzati i dolci (pasta reale, chiacchiere,
ramette, crispelle, latte fritto, giammelle,
pasta di mandorle). La cucina è sobria
ed essenziale e riserva sapori antichi (maccheroni
fatti a mano, castrato alla brace, capretto
al forno) da gustare anche nei caratteristici
locali di ristoro (barracche).
FLORA
La vegetazione del parco dei Nebrodi è
caratterizzata da differenti tipi di vegetazione
sia in funzione della fascia di altezza
sul livello del mare che da altri fattori
fisici e ambientali. Nella fascia litoranea
e nelle colline retrostanti, fino ai 700-800
metri s.l.m., cosiddetta fascia termomediterranea
la vegetazione è rappresentata da
boschi sempreverdi di sughera (Quercus suber)
alternata a zone di macchia mediterranea
che comprende specie quali l'Erica arborea,
la ginestra spinosa (Calycotome spinosa),
il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto
(Myrtus communis), l'euforbia (Euphorbia
dendroides), il lentisco (Pistacia lentiscus)
ed il leccio (Quercus ilex). La fascia vegetativa
al di sopra, fino alla quota di 1000-1200
m s.l.m.(cosiddetta fascia mesomediterranea),
è costituita da formazioni di boschi
caducifogli in cui dominano le quercete
di Quercus gussonei, specie affine al cerro
ma da questo ben distinta morfologicamente,
e, sul versante meridionale, da un particolare
tipo di roverella, Quercus congesta. In
alcune aree, come nel territorio di San
Fratello si rinvengono inoltre lembi di
lecceta mentre le aree non forestate sono
occupate da arbusteti in cui si annoverano
il prugnolo (Prunus spinosa), il biancospino
(Crataegus monogyna), la Rosa canina, la
Rosa sempervirens, il melo selvatico (Malus
sylvestris), Pyrus amygdaliformis e Rubus
ulmifolius. Oltre i 1200 si entra nella
zona propriamente montana (cosiddetta fascia
supramediterranea) dove sono insediate estese
formazioni boschive a cerreta e a faggeta.
È questo il limite meridionale dell'areale
di diffusione del faggio (Fagus sylvatica).
Un altro elemento peculiare è rappresentato
dalla presenza dell'acero montano (Acer
pseudoplatanus), di cui è segnalato
un esemplare alto 22 m e con una chioma
di 6 m di circonferenza, annoverato tra
gli alberi monumentali d'Italia. Il sottobosco
rigoglioso presenta svariate specie di piante
tra le quali vi sono l'agrifoglio (Ilex
aquifolium), il pungitopo (Ruscus aculeatus),
il biancospino (Crataegus monogyna) e il
tasso (Taxus baccata). Quest'ultima specie
è presente, all'interno del bosco
della Tassita, con esemplari maestosi che
raggiungono i 25 m di altezza. Numeroso
il contingente delle specie endemiche tra
cui si annoverano la Genista aristata, che
popola la fascia termomediterranea, la Vicia
elegans, una leguminosa rinvenibile nel
sottobosco della fascia mesomediterranea,
la Petagnaea gussonei, rarissima umbellifera,
localizzata esclusivamente nel vallone Calagna
(Tortorici) e in pochissime altre stazioni
in prossimità di torrenti.
FAUNA
Un tempo regno di cerbiatti (così
come di daini, orsi e caprioli), i Nebrodi
(il cui significato deriva dal greco Nebros,
che vuol dire appunto cerbiatto) costituiscono
ancora la parte della Sicilia più
ricca di fauna, nonostante il progressivo
impoverimento ambientale. Il Parco ospita
comunità faunistiche ricche e complesse:
numerosi i piccoli mammiferi, i rettili
e gli anfibi, ingenti le specie d’uccelli
nidificanti e di passo, eccezionale il numero
d’invertebrati. Tra i mammiferi si
segnala la presenza del suino nero dei Nebrodi,
del cinghiale (Sus scrofa), della volpe
(Vulpes vulpes), dell'istrice (Hystrix cristata),
del riccio (Erinaceus europaeus), del gatto
selvatico (Felis silvestris), della martora
(Martes martes), della donnola (Mustela
nivalis), della lepre (Lepus corsicanus),
del coniglio (Oryctolagus cuniculus) e,
anche se molto rarefatta, del ghiro (Glis
glis), dell'arvicola di Savi (Microtus savii),
del topo selvatico (Apodemus sylvaticus),
del moscardino (Muscardinus avellanarius),
del toporagno di Sicilia (Crocidura sicula),
del mustiolo (Suncus etruscus) e del quercino
(Eliomys quercinus). Tra i rettili la testuggine
comune (Testudo hermanni) e la testuggine
palustre siciliana (Emys trinacris), il
ramarro occidentale (Lacerta bilineata),
la luscengola (Chalcides chalcides) e il
gongilo (Chalcides ocellatus), e numerose
specie di serpenti tra cui il biacco (Hierophis
viridiflavus) e la natrice dal collare (Natrix
natrix). Tra gli anfibi sono presenti il
discoglosso (Discoglossus pictus), il rospo
smeraldino siciliano (Bufo siculus) e la
rana verde minore (Rana esculenta). Sono
state classificate circa centocinquanta
specie d’uccelli, fra i quali alcuni
endemici di grande interesse come la Cincia
bigia di Sicilia ed il Codibugnolo di Sicilia.
Le zone aperte ai margini dei boschi offrono
ospitalità a molti rapaci come lo
Sparviero, la Poiana, il Gheppio, il Falco
pellegrino, e l'Allocco mentre le aree rocciose
aspre e fessurate delle Rocche del Crasto
sono il regno dell'Aquila reale. Il Tuffetto,
la Folaga, la Ballerina gialla, il Merlo
acquaiolo ed il Martin pescatore preferiscono
le zone umide, mentre nelle aree da pascolo
non è difficile avvistare la ormai
rara Coturnice di Sicilia, la Beccaccia,
l’inconfondibile ciuffo erettile dell’Upupa
ed il volo potente del Corvo imperiale.
Tra l’avifauna di passo meritano d’essere
citati il Cavaliere d’Italia e l’Airone
cinerino (Ardea cinerea). Ricchissima è
infine la fauna d'invertebrati. Ricerche
scientifiche recenti hanno portato a risultati
sorprendenti: su seicento specie censite
riguardanti una piccola parte della fauna
esistente, cento sono nuove per la Sicilia,
venticinque nuove per l’Italia e ventidue
nuove per la scienza. Tra le forme più
rilevanti sotto l’aspetto paesaggistico,
si citano le farfalle (oltre settanta specie)
ed i Carabidi (oltre centoventi specie).
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Le
principali manifestazioni della provincia |
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martedì
grasso |
Sfilata
dell'orso e della corte principesca |
Saponara |
Febbraio |
Sfilata
carri allegorici ed eventi collaterali del Carnevale
Torrese |
Torregrotta |
Febbraio |
Carnevale
della Valle d'Agrò, sfilata carri allegorici
dei comuni della Valle d'Agrò |
Santa
Teresa di Riva |
Febbraio |
Carnevale |
Acquedolci |
Ultimo
Venerdì di Marzo |
Processione
del SS. Crocifisso con gli incappucciati blu
"i babbaluti" |
San
Marco d'Alunzio |
Venerdì
Santo |
Sacra
Rappresentazione del venerdì Santo, unica
nel suo genere |
Francavilla
di Sicilia |
Domenica
delle Palme e Domenica di Pasqua |
Passione
di Cristo |
Savoca |
Venerdì
Santo |
La
processione delle vare, la più antica
a Pozzo di Gotto, la più nuova a Barcellona.
Suggestive ed accompagnate da canti e lamenti
in latino struggente, si uniscono sul viale
del Longano che separa idealmente i due nuclei
della città.La processione delle vare,
la più antica a Pozzo di Gotto, la
più nuova a Barcellona. Suggestive
ed accompagnate da canti e lamenti in latino
struggente, si uniscono sul viale del Longano
che separa idealmente i due nuclei della città. |
Barcellona
Pozzo di Gotto |
Venerdì
Santo |
Processione
delle varette |
Santa
Teresa di Riva |
Mercoledì,
giovedì e venerdì Santo |
Festa
dei Giudei |
San
Fratello |
Lunedì
di Pasqua |
Festa
dell'Alloro |
Forza
d'Agrò |
Prima
domenica dopo Pasqua |
Festa
della SS. Maria della Catena San Piero Patti |
San
Piero Patti |
Prima
domenica di maggio |
Festa
di S. Francesco di Paola |
Milazzo |
Seconda
Domenica di maggio |
Festa
di San Filippo d'Agira |
Limina |
Corpus
Domini |
Antica
infiorata |
San
Pier Niceto |
24
giugno |
Festa
di San Giovanni |
Alcara
Li Fusi |
16
luglio |
Festa
di Santa Maria del Carmelo – Processione
Solenne risalente al 1888 |
Santa
Teresa di Riva |
Prima
domenica di agosto |
Festa
di Santa Maria di Porto Salvo – Tradizionale
Processione a mare |
Santa
Teresa di Riva |
2
agosto |
Processione
di San Basilio "avanti e indietro"
e sfilata di torce di basilico |
San
Marco d'Alunzio |
5
agosto |
Festa
della Madonna della Neve |
Santa
Lucia del Mela |
Seconda
Domenica di agosto (ogni 7 anni) |
Festa
della Vara della Madonna Annunziata (prossima
edizione 2014) |
Fiumedinisi |
Seconda
Domenica di agosto |
Festa
di Santa Lucia V.M. Rappresentazione del Martirio
di Santa Lucia, come da tradizione risalente
al 1600 |
Savoca |
15
agosto |
Festa
dell'Assunta |
Novara
di Sicilia |
16
agosto |
Festa
di San Rocco |
Motta
d'Affermo |
17
agosto (ogni 10 anni) |
Festa
Ranni i'Sant'Agata (prossima edizione, 2016)
|
Alì |
18
agosto |
Festa
di San Sebastiano |
Mistretta |
19,
20 e 21 agosto |
Festa
di San Calogero |
San
Salvatore di Fitalia |
25
agosto |
Cristo
Longu |
Castroreale |
Prima
domenica di settembre |
Festa
di San Sostene Martire |
Mili
San Pietro |
Prima
domenica di settembre |
A
luminaria d'u laccu Brolo |
contrada
Lacco |
Prima
Domenica di settembre |
Festa
della Madonna della Catena |
Mongiuffi
Melia |
7
e 8 settembre |
Festa
di SS. Maria del Tindari |
Patti |
Seconda
Domenica di settembre |
Festa
di Santa Maria del Bosco |
Alì |
Seconda
Domenica di settembre |
Festa
Patronale di Sant'Onofrio Anacoreta, risalente
al 1744 |
Casalvecchio
Siculo |
14
settembre |
Festa
Patronale del SS. Crocifisso – Si porta
in Processione un antico Crocifisso ligneo del
1300 |
Forza
d'Agrò |
20
e 21 settembre |
Festa
patronale di Maria SS. Annunziata |
Raccuja |
Prima
domenica di ottobre |
Festa
patronale di Maria SS. del Rosario, patrona
della città dal 1872 |
Furci
Siculo |
21
e 22 ottobre |
Festa
di Maria Santissima |
Capo
d'Orlando |
Terza
domenica di settembre |
Festa
del Letto Santo |
Santo
Stefano di Camastra |
13
dicembre |
Festa
di Santa Lucia |
Santa
Lucia del Mela |
Ultima
domenica di agosto |
Festa
di Maria SS. delle Grazie |
Mazzarrà
Sant'Andrea |
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