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DA VEDERE A MESSINA E PROVINCIA

Messina, città sullo Stretto che ne porta il nome, l'antica Zancle e Messana, è la terza città di rango metropolitano della Sicilia (Legge Regionale n.9 del 1986), nonché capoluogo della omonima provincia regionale. Messina è il tredicesimo comune d'Italia per numero di abitanti e su di essa gravita la vasta regione siculo-calabra dello Stretto. L'agglomerato urbano centrale si estende per circa 40 Kmq; il resto della popolazione comunale si addensa nei numerosi quartieri collinari. L'Area metropolitana di Messina, come delimitata con decreto del Presidente della Regione Siciliana del 10 agosto 1995, comprende 51 comuni per una superficie di 1.185 km2, che in una ininterrotta conurbazione costiera di 135 chilometri vanno dalla piana di Milazzo alla baia di Taormina e Giardini-Naxos, includendo le Isole Eolie. Questa area è la quinta del Mezzogiorno e l'undicesima italiana. Ricostruita per intero dopo il terribile sisma e maremoto del 1908, e successivamente dopo i bombardamenti prima inglese a partire dal 1941-1942 (con inizio delle incursioni già dal giugno 1940) e poi anglo-americani dal 1943, la città con il suo porto, tra i più grandi e trafficati del Mediterraneo è scalo dei traghetti per il Continente, importante e storica sede universitaria (la seconda in Sicilia) e frequentato centro balneare. A circa 90 Km da Catania e circa 230 km da Palermo, stretta tra le coste ionica e tirrenica ed i monti Peloritani, si affaccia con il suo grande porto naturale (militare e commerciale), chiuso dalla penisoletta a forma di falce di San Ranieri, di fronte a Villa San Giovanni e poco più a Nord rispetto a Reggio Calabria. La città si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale lungo la costa dello Stretto senza soluzione di continuità da Giampilieri Marina a Capo Peloro per 34 kilometri nella fascia jonica. La fascia tirrenica, di 24 km, si estende da Capo Peloro a Orto Liuzzo. L'area urbana centrale,che può essere racchiusa tra i torrenti Annunziata e San Filippo — oggi coperti dal piano stradale, — è lunga circa 12 km, con scarsa propensione verso ovest dovuta aicontrafforti collinari dei Peloritani, che impediscono lo sviluppo di un ampio reticolato urbanogeometrico in detta direzione. L'estrema vicinanza dei monti conferisce alla parte occidentaledella città una certa pendenza, superata con scalinate e attraversata dalla panoramicacirconvallazione a monte. Sono presenti numerose "intrusioni urbane" verso l'interno collinare in corrispondenza delle brevi pianure dei torrenti, che tendono a inglobare come quartieri alcuni dei più antichi casali del territorio cittadino (i cosiddetti "Villaggi", che sono 48). Messina è al centro di una zona agricola, con la produzione di agrumi (tra cui il limone Interdonato, l'arancio, il mandarino e il mandarancio o clementina), frutta, ortaggi e dei vini D.O.C. Faro e Mamertino. La città è sede universitaria dal 1548, dell'Arcidiocesi Protometropolitana di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela ed Archimandritato del Santissimo Salvatore e di un'antica Fiera Internazionale. Il porto è anche sede di un antico Arsenale militare e di cantieri navali civili (Rodriguez e Palumbo). La città si caratterizza per il clima mediterraneo, con escursioni termiche molto contenute in ogni stagione.

CLIMA
L'inverno, piuttosto breve, presenta rarissimi episodi di freddo. L'estate è moderatamente calda ma piuttosto afosa, con labrezza di mare che tende a contenere i valori massimi di temperatura; soltanto in presenza di venti meridionali, durante le ondate di calore è possibile raggiungere i 40°C. Le precipitazioni sono superiori agli 800 mm, concentrate prevalentemente tra l'autunno e l'inverno.

 

EDIFICI RELIGIOSI
Basilica Cattedrale Protometropolitana, dedicata a Santa Maria Assunta, bizantina, ricostruita alla fine del XII secolo e con numerosi altri rifacimenti. Conserva numerose opere d'arte.
Sinagoga, eretta tra XII e XIII secolo e trasformata in Chiesa di San Filippo Neri di Messina.
Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, eretta tra XII e XIII secolo forse sui resti di un preesistente tempio pagano
Chiesa della Santissima Annunziata , su progetto del Guarino Guarini, che venne distrutto dal terremoto del 1908.
Chiesa concattedrale del Santissimo Salvatore, sede dell'Archimandritato
Basilica - Santuario di S. Antonio di Padova, custodisce le spoglie di Sant'Annibale Maria Di Francia
Sacrario di Cristo Re, progettato nel 1937, possiede la più grande campana d'Italia
Santuario della Madonna di Montalto sul colle della Caperrina, ricostruito dopo il terremoto.
Chiesa di Sant'Elia , del XVI secolo, a navata unica.
Chiesa di Santa Maria della Scala , del 1723, che venne distrutto dal terremoto del 1908.
Chiesa di San Gregorio , del XVI secolo.Il campanile della caratteristica forma elicoidale si edificò nel 1717 su progetto del Juvarra. Ancora al 1743 Pietro Passalacqua adorna la facciata della chiesa su disegni di Filippo Juvarra. Venne distrutto dal terremoto del 1908.
Chiesa delle Anime del Purgatorio , opera di Raffaello Margarita del 1750, che venne distrutto dal terremoto del 1908.
Chiesa di Santa Teresa , opera di Matteo de Maria del 1810, che venne distrutto dal terremoto del 1908.
Chiesa di San Francesco all'Immacolata, del XIII secolo, la seconda chiesa per dimensioni della città
Chiesa di San Giovanni di Malta, opera di Giacomo Del Duca, allievo di Michelangelo
Chiesa della Madonna delle Grazie, nel villaggio Pace, costruita nel XVII secolo su progetto di Simone Gullì. Distrutta dal terremoto, è stata ricostruita.
Chiesa di Santa Maria della Valle detta "Badiazza", chiesa-fortezza di epoca normanna, nell'alta valle del torrente Ritiro
Chiesa ed ex monastero basiliano di Santa Maria di Mili in Mili San Pietro, fondata nel XI secolo e quindi allungata nel XVI.Nel sito fu sepolto il figlio di Ruggero d'Altavilla , morto in combattimento a Siracusa
Chiesa di S.Maria Alemanna risalente alla metà del duecento è l'unico esempio di architettura gotica in Sicilia

FONTANE
Fontana di Orione
Sita in Piazza Duomo è opera di Giovanni Angelo Montorsoli (1553).
Fontana del Nettuno
Seconda opera messinese di Giovanni Angelo Montorsoli (1557)
Fontana Senatoria
È collocata sul lato sud del Palazzo Municipale; si compone di una grande vasca circolare con al centro una stele che sostiene una grande tazza buccellata del 1619 recante sul bordo esterno, in sette targhe a rilievo, i nomi dei Senatori del tempo.
Fontana Falconieri
Fu eretta in piazza Ottagona (oggi piazza Filippo Juvara) nel 1842 per i festeggiamenti secolari in onore della Madonna della Lettera dall'architetto messinese Carlo Falconieri. Oggi si trova al centro di piazza Basicò.
Le Quattro Fontane
Eseguite tutte su disegni del romano Pietro Calcagni, poste ai quattro angoli tra via Austria (oggi via I Settembre 1847) e via Cardines, nuove arterie volute dal Senato di Messina nel 1572 per congiungere il Duomo al Palazzo Reale, furono eseguite in epoche diverse. La prima, nel 1666, da Innocenzo Mangani, la seconda, nel 1714, da Ignazio Buceti, le ultime due da ignoti artisti nel 1742. La decorazione è ispirata al mare; gli stemmi imperiali spagnoli e di Messina sormontano ciascuna fontana. Distrutte dal terremoto del 1908, ne sono state ricomposte solamente due nel sito originario. Le due mancanti sono custodite al Museo Regionale.
Fontana Bios
alla Passeggiata a Mare, realizzata dal pittore e scultore messinese Ranieri Wanderlingh.
Fontana dei 4 cavallucci
in largo San Giacomo, alle spalle di Piazza Duomo. Secondo lo storico Cajo Domenico Gallo fu eretta nel 1742 in occasione della festa della Madonna della Lettera, scolpita dal catanese Giovan Battista Marino.
Fontana del Brugnani e Fontana in ghisa
all'interno della Fiera campionaria, la prima scolpita nel 1738 dal messinese Ignazio Brugnani. Fino al 1908 si trovava nel cortile del monastero di S. Gregorio Magno, sotto Montalto. I gravi danni subiti sono stati restaurati nel 1980. La seconda è opera di artigiani fonditori messinesi di fine '800.
Fontana della Pigna
in piazza Seguenza, è di stile settecentesco, sormontata da una grossa pigna da cui prende il nome. Si pensa provenga da un cortile del seminario arcivescovile.
Fontana di Piazza Repubblica
è del periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale e sfrutta i resti di una fontana del 1902, poi andata distrutta, realizzata da Leandro Caselli in occasione della realizzazione dell'acquedotto cittadino.
Fontana Gennaro
all'incrocio tra corso Cavour e via T. Cannizzaro, sarebbe opera del 1590 di Rinaldo Bonanno.
Fontana di Piazza Cairoli
inaugurata con la ristrutturazione della piazza, nel 2003.

MANIFESTAZIONI
Festa della Madonna della Lettera
Messina celebra il 3 giugno di ogni anno la Madonna della Lettera, patrona della città e patrona principale dell'Arcidiocesi, con una partecipata processione del Vascelluzzo d'argento cesellato con la statuetta argentea della Madonna, modellata da Lio Gangeri nel 1902 e la reliquia del Capello di Maria contenuta in un prezioso ostensorio (la Lettera è andata perduta in uno dei tanti incendi che devastarono il Duomo nel corso della sua travagliata storia).

Mezzagosto: processione della "Vara" e dei "Giganti"
La festa più importante è, però, quella che si svolge a Mezzagosto di ogni anno: viene portata in processione da quasi duemila fedeli, vestiti di bianco ed a piedi scalzi, un'antica macchina votiva: la Vara, raffigurante le fasi dell'Assunzione della Vergine Maria al cielo. La processione richiama una folla di visitatori sempre crescente, che superano le 200.000 unità.

La Vara, alta circa 13,50 metri, poggia su grandi scivoli metallici e presenta numerose figurazioni in materiali diversi di angeli, le due grandi sfere rotanti del Sole e della Luna e, in cima, la statua del Cristo che, con una mano, sorregge Maria, in atto di portarla all'Empireo; i fedeli la trascinano tirando le lunghe gomene (230 m ciascuna, spessore 5 cm) che vi sono attaccate alla base lungo il selciato precedentemente bagnato del corso Garibaldi, da piazza Castronovo a via I Settembre e poi da via I Settembre, arteria storica della Città, fino a Piazza Duomo, dove la processione si conclude a sera.

La Vara è una macchina trionfale, costruita per la prima volta nel 1535, in onore dell'Imperatore Carlo V, in quell'anno in visita a Messina; la sua processione, sicuramente la più imponente delle feste di tutta la Sicilia, richiama a Messina, nel pomeriggio del 15 agosto, oltre centocinquantamila fedeli dalla Sicilia. In Calabria, a Palmi (RC) si svolge la Varia, festa uguale,(nata in seguito alla gratitudine della Città di Messina per l'aiuto prestato dai palmesi ai messinesi sfuggiti ad una pestilenza) con l'unica differenza che mentre a Messina i bambini sono stati sostituiti da puttini in cartapesta in seguito ad un grosso incidente, a Palmi invece viene mantenuta la tradizione delle creature animate.

Nei giorni precedenti il 15 agosto, le vie della città sono percorse dalla processione festante dei due Giganti e del Cammello, assieme a numerosi gruppi folkloristici. In particolare, le due colossali statue a cavallo raffigurano i leggendari fondatori della città, la messinese Mata ed il moro Grifone (detti "u giganti e a gigantissa").

Non si hanno notizie certe sull'origine di questi ultimi due apparati festivi, mentre il Cammello ricorda l'ingresso trionfale a Messina, all'inizio della conquista della Sicilia sottratta agli Arabi, del normanno Conte Ruggero d'Altavilla, che secondo la tradizione avvenne proprio a dorso di cammello.

Fiera Internazionale
Presso il quartiere fieristico si svolgono la grande campionaria internazionale (ogni anno, dal 1 al 15 agosto) e numerose altre manifestazioni fieristiche di settore nel corso dell'anno. La Fiera di Messina è la più antica del mondo: fu fondata il 2 Aprile 1296 da Federico II d'Aragona il quale consentì che i messinesi, per quindici giorni l'anno, aprissero una fiera sgravata dagli obblighi tributari.

Altre manifestazioni
Il Venerdì Santo si snoda per le principali vie della città la processione delle Barette, risalente al 1610 e composta da undici gruppi statuari raffiguranti episodi della Passione di Cristo.

Il giorno della festa del Corpus Domini, dalla Cattedrale si snoda una lunga processione preceduta da fedeli incappucciati detti "Babaluci" e da tutte le associazioni, congregazioni ed arciconfraternite religiose della Città. Assieme all'ostensorio con il SS. Sacramento, portato sotto un ricco baldacchino in seta dall'Arcivescovo, viene portato a spalla il "Vascelluzzo", fercolo in argento cesellato adornato di piccoli drappi rossi e spighe di grano. L’opera è un ex voto fatto dai messinesi in segno di ringraziamento verso la Madonna della Lettera che, in occasione di varie carestie, miracolosamente fece giungere nel porto della città alcuni vascelli carichi di grano.

Per tutta l'estate, il cartellone Messinestate raccoglie centinaia di eventi culturali, musicali, teatrali su tutto il territorio cittadino, suddivisi in decine di rassegne tematiche. Al suo interno, Messinafest comprende i principali eventi di richiamo nazionale ed internazionale, in particolare concerti (che si svolgono solitamente presso lo Stadio San Filippo o a Piazza del Duomo). Messinafest raccoglie l'eredità del famoso Mezzagosto messinese, storica rassegna di spettacoli e manifestazioni di vario genere che ravvivano l'Agosto peloritano in prossimità delle grandi celebrazioni religiose e profane di Ferragosto. In Agosto la città ospita anche il Galà Internazionale del Folklore, organizzato dall'Associazione "I Canterini Peloritani", che accoglie in città gruppi folkloristici provenienti da ogni parte del mondo con le loro esibizioni.

LA PROVINCIA DI MESSINA

La provincia di Messina ha oltre 650.000 abitanti. E' situata all'estremità nordorientale dell'isola e affacciata a nord sul mar Tirreno, ad est sullo Stretto di Messina, che la separa dalla Calabria di 3 km nella zona in cui le sponde sono più vicine e sul mar Ionio. La Provincia di Messina ospita un'importante riserva della biosfera nonché patrimonio culturale, le Isole Eolie, dal 2000 Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Il territorio provinciale messinese è tra i più ricchi dell'isola, e ne fanno parte due delle località turistiche più importanti della Sicilia, Taormina e le Isole Eolie (Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli, Vulcano). Le isole costituiscono il comune di Lipari tranne Salina che è suddivisa amministrativamente in tre comuni. La provincia di Messina è la provincia italiana con più comuni con accesso al mare, ben 46 (34 sul Mar Tirreno, 12 sul Mar Jonio, e il comune di Messina su entrambi). È la provincia dell'isola con la più elevata vocazione turistica. Notissime località turistiche sono Taormina e le Isole Eolie che, assieme a Messina e a tutti gli altri centri della Provincia, la rendono, con circa 5 milioni di presenze turistiche annue, la prima in Sicilia e tra le primissime nel meridione d'Italia. In particolare, il porto di Messina accoglie 400.000 croceristi l'anno. Degni di nota sono: le Gole dell'Alcantara sull'omonimo fiume al confine con la provincia di Catania, situate nel comune di Motta Camastra in località Fondaco Motta, tutelate da un Parco Fluviale; gli splendidi scenari naturalistici dei monti Peloritani e del Parco dei Nebrodi, ricchi di boschi; l'intero tracciato costiero, rinomato per la balneazione (Milazzo, Venetico, Oliveri, Patti, Gioiosa Marea, Piraino, Brolo, Capo d'Orlando, Giardini Naxos, Taormina, Letojanni, Sant'Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva, Furci Siculo); le aree archeologiche di Tindari (con il celebre teatro greco) e di Alesa Arconidea e Naxos; la produzione ceramica di Santo Stefano di Camastra e Patti; i piccoli e medi centri storici (su tutti San Piero Patti, Montalbano Elicona, San Marco d'Alunzio, Santa Lucia del Mela, Novara di Sicilia, Savoca, Forza d'Agrò, Casalvecchio Siculo, Fiumedinisi ed Alì); la ricca offerta museale; le grandi manifestazioni estive (Il festival di Taormina Arte, e le altre rassegne ospitate a Tindari, Villa Piccolo di Capo d'Orlando e Castroreale). Ben cinque comuni della Provincia di Messina fanno parte dell'esclusivo club de i Borghi più belli d'Italia, si tratta di Castelmola, Savoca, San Marco d'Alunzio, Novara di Sicilia, Montalbano Elicona. Nel territorio di Acquedolci si trova la grotta di San Teodoro, all'interno della quale sono state ritrovate le più antiche sepolture paleolitiche siciliane (cinque crani e due scheletri eccezionalmente completi) che hanno consentito una conoscenza approfondita degli antichi abitanti della Sicilia.

Le Terme nella provincia di Messina

Alì Terme - Terme di Granata Cassibile
Lipari - Terme di San Calogero
Terme Vigliatore - Terme fonte di Venere
Vulcano - Terme del porto di levante


Musei ed aree archeologiche

Alcara Li Fusi - Museo di arte sacra.
Alì - Museo di arte sacra Chiesa Madre Sant'Agata.
Barcellona Pozzo di Gotto -
Museo etnostorico Nello Cassata - Parco Museo Jalari
Capo d'Orlando - Museo fondazione Piccolo di Calanovella - Antiquarium - Pinacoteca
Castroreale - Museo civico e pinacoteca parrocchiale
Cesarò - Mostra permanente testimonianza dei Nebrodi
Francavilla di Sicilia
- Antiquarium (reperti greci V secolo a.C.) - Museo di Storia Contadina e Francescana (Convento dei Frati Cappuccini)
Furci Siculo
- Museo del mare
Giardini Naxos
- Museo archeologico di Naxos
Lipari
- Museo archeologico regionale Eoliano
Messina
- Museo regionale di Messina - Museo della cultura e musica popolare dei Peloritani - Tesoro del Duomo di Messina
Milazzo
- Antiquarium archeologico
Mistretta
- Museo civico polivalente - Museo delle tradizioni silvo-pastorali "Giuseppe Cocchiara"
Mojo Alcantara
- Museo etnografico
Novara di Sicilia
- Museo etnografico
Patti
- Museo diocesano - Museo etnografico di Sorrentini - Museo della ceramica - Antiquarium della Villa Romana
Piraino
- Museo etnoantropologico
San Marco d'Alunzio
- Museo normanno-bizantino - museo di arte sacra - museo antropologico - museo basiliano
San Salvatore di Fitalia
- Museo comunale delle tradizioni religiose
Santa Lucia del Mela - Museo diocesano
Santa Marina Salina
- Museo etnoantropologico comunale
Sant'Agata Militello
- Museo etnoantropologico dei Nebrodi
Santo Stefano di Camastra
- Museo civico delle ceramiche
Savoca
- Museo Etno-antropologico e Cripta del convento dei Cappuccini con le mummie
Scaletta Zanclea
- Museo etno-antropologico
Terme Vigliatore
- Villa Romana
Tortorici
- Museo delle tradizioni
Tusa
- Parco archeologico di Halaesa
Ucria
- Museo etnostorico dei Nebrodi - Museo della cartapesta Giampistone - Museo tipologico delle arti tradizionali - Museo pedagogico dell'arte e della creatività giovanile


Castelli ed edifici storici


Acquedolci
Castello e borgo "Marina" (XVII sec), Grotta di San Teodoro, Antillo Castello
Capo d'Orlando
Cave di Mercadante, Terme di Bagnoli, Castello Bastione, Ruderi del castello di Orlando
Caronia
Mura perimetrali della città di Calacte
Castelmola
Castello di Castelmola
Castell'Umberto
Torre e cinta muraria del castello dei Sollima di origine normanna
Forza d'Agrò
Castello di Forza d'Agrò
Francavilla di Sicilia
Ruderi del Castello Normanno
Fiumedinisi
Castello
Giardini Naxos
Castello
Malvagna
Resti della cuba, costruzione medievale
Messina
I forti umbertini
Milazzo
Castello
Messina
Chiesa Normanna Santa Maria di Mili
Montalbano Elicona
Castello
Motta Camastra
Castello
Motta d'Affermo
Castello
Novara di Sicilia
Castello
Patti
Villa Romana e Tyndaris
Raccuja
Castello Branciforti
Roccella Valdemone
Castello
Rometta
Castello
Sant'Alessio Siculo
Castello
Santa Lucia del Mela
Castello-Santuario
Savoca
Castello di Pentefur
Scaletta Zanclea
Castello
Spadafora
Castello
Taormina
Teatro antico, odeon, naumachie, torre militare, castello e necropoli araba
Torregrotta
Torre e portale merlato del Castrum
Tusa
Alesa Arconidea
Venetico
Castello
Villafranca Tirrena
Castello di Bauso

Parco regionale dei Nebrodi

Il Parco regionale dei Nebrodi, istituito il 4 agosto 1993, con i suoi 86.000 ha di superficie è la più grande area naturale protetta della Sicilia. I Nebrodi, assieme alle Madonie ad ovest e ai Peloritani ad est, costituiscono l’Appennino siculo. Essi s’affacciano, a nord, direttamente sul Mar Tirreno, mentre il loro limite meridionale è segnato dall’Etna, in particolare dal fiume Alcantara e dall’alto corso del Simeto. Notevole è la escursione altimetrica, che da poche decine di metri sul livello del mare raggiunge la quota massima di 1847 metri di Monte Soro. Altri rilievi da segnalare sono la Serra del Re (1754 metri), Pizzo Fau (1686 metri) e Serra Pignataro (1661 metri).
Gli elementi principali che più fortemente caratterizzano il paesaggio naturale dei Nebrodi sono l’asimmetria dei vari versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima vegetazione e gli ambienti umidi. Connotazione essenziale dell’andamento orografico è la dolcezza dei rilievi, dovuta alla presenza di estesi banchi di rocce argillose ed arenarie: le cime, che raggiungono con Monte Soro la quota massima di 1847 s. l. m., hanno fianchi arrotondati e s’aprono in ampie vallate solcate da numerose fiumare che sfociano nel Mar Tirreno. Ove però predominano i calcari, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e forme aspre e fessurate. È questo il caso del Monte San Fratello e, soprattutto, delle Rocche del Crasto (1315 m s.l.m.). I comuni ricadenti nell’area del parco sono 23: 18 in provincia di Messina (Acquedolci, Alcara Li Fusi, Capizzi, Caronia, Cesarò, Floresta, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mistretta, Sant'Agata di Militello, Santa Domenica Vittoria, San Fratello, San Marco d'Alunzio, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Tortorici, Ucria), 3 in provincia di Catania (Bronte, Maniace, Randazzo), 2 in provincia di Enna (Cerami, Troina). Il parco è suddiviso in quattro zone nelle quali operano, a seconda dell’interesse naturalistico, particolari divieti e limitazioni, funzionali alla conservazione e, quindi, alla valorizzazione delle risorse che costituiscono il patrimonio dell’area protetta.
La zona A (di riserva integrale), estesa per 24.546 ettari, comprende i sistemi boschivi alle quote più elevate, le uniche stazioni siciliane di tasso (Taxus baccata) ed alcuni affioramenti rocciosi. Oltre i 1200 metri sul livello del mare, sono localizzate varie faggete (circa 10.000 ettari), mentre a quote comprese fra gli 800 e i 1200 metri, sui versanti esposti a nord, e tra i 1000 e i 1400 metri, sui versanti meridionali, è dominante il cerro. Ampie aree per il pascolo s’aprono, inoltre fra faggete e cerrete. È importante evidenziare che il faggio trova nel parco l’estremo limite meridionale della sua area di diffusione. A quote meno elevate (600-800 metri sul livello del mare) si trova la sughera che, in particolare nel territorio di Caronia, forma associazioni di grande pregio ecologico. Sono, infine, comprese nella zona A le stazioni delle specie endemiche più importanti e le zone umide d’alta quota, nonché tratti d’interessanti corsi d’acqua. La zona B (di riserva generale), estesa per 46.879 ettari, include le rimanenti formazioni boschive ed ampie aree destinate al pascolo, localizzate ai margini dei boschi. Sono, inoltre, presenti limitate zone agricole ricadenti in aree caratterizzate da elevato pregio naturalistico e paesaggistico. La zona C (di protezione), estesa per 569 ettari, comprende nove aree, strategicamente distribuite sul territorio, in cui sono ammesse le attività rivolte al raggiungimento d’importanti finalità del parco quale, ad esempio, la realizzazione di strutture turistico-ricettive e culturali. La zona D (di controllo) è l’area di preparco estesa per 13.593 ettari. Essa costituisce la fascia esterna dell’area protetta consente il passaggio graduale nelle aree a più alta valenza naturalistica.
La millenaria civiltà dei contadini e dei pastori nebroidei si riflette in numerose produzioni artigianali. Ricami di tovaglie e lenzuola eseguiti a mano, ceste e panieri di giunco o canna, oggetti per uso agricolo in legno o ferla, lavorazione della pietra e del ferro battuto, realizzazioni, con antichi telai, di colorate stuoie e tappeti (pizzare), produzione di pregevoli ceramiche sono i segni tangibili dell’operosità e della fantasia del popolo dei Nebrodi.

PRODOTTI
I prodotti alimentari trovano la loro massima espressione in quelli caseari: il dolce o piccante canestrato, il gustoso pecorino, la profumata provola e la delicata ricotta vengono, ancora oggi, lavorati dalle sapienti mani dei pastori. Rinomati sono, inoltre, i salumi ottenuti con le carni del suino nero dei Nebrodi; pregiate sono le produzioni d’olio d’oliva, miele, nocciole, pistacchio e frutti di bosco; saporite le conserve dei pomodori, funghi e melanzane; molto apprezzati i dolci (pasta reale, chiacchiere, ramette, crispelle, latte fritto, giammelle, pasta di mandorle). La cucina è sobria ed essenziale e riserva sapori antichi (maccheroni fatti a mano, castrato alla brace, capretto al forno) da gustare anche nei caratteristici locali di ristoro (barracche).

FLORA
La vegetazione del parco dei Nebrodi è caratterizzata da differenti tipi di vegetazione sia in funzione della fascia di altezza sul livello del mare che da altri fattori fisici e ambientali. Nella fascia litoranea e nelle colline retrostanti, fino ai 700-800 metri s.l.m., cosiddetta fascia termomediterranea la vegetazione è rappresentata da boschi sempreverdi di sughera (Quercus suber) alternata a zone di macchia mediterranea che comprende specie quali l'Erica arborea, la ginestra spinosa (Calycotome spinosa), il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), l'euforbia (Euphorbia dendroides), il lentisco (Pistacia lentiscus) ed il leccio (Quercus ilex). La fascia vegetativa al di sopra, fino alla quota di 1000-1200 m s.l.m.(cosiddetta fascia mesomediterranea), è costituita da formazioni di boschi caducifogli in cui dominano le quercete di Quercus gussonei, specie affine al cerro ma da questo ben distinta morfologicamente, e, sul versante meridionale, da un particolare tipo di roverella, Quercus congesta. In alcune aree, come nel territorio di San Fratello si rinvengono inoltre lembi di lecceta mentre le aree non forestate sono occupate da arbusteti in cui si annoverano il prugnolo (Prunus spinosa), il biancospino (Crataegus monogyna), la Rosa canina, la Rosa sempervirens, il melo selvatico (Malus sylvestris), Pyrus amygdaliformis e Rubus ulmifolius. Oltre i 1200 si entra nella zona propriamente montana (cosiddetta fascia supramediterranea) dove sono insediate estese formazioni boschive a cerreta e a faggeta. È questo il limite meridionale dell'areale di diffusione del faggio (Fagus sylvatica). Un altro elemento peculiare è rappresentato dalla presenza dell'acero montano (Acer pseudoplatanus), di cui è segnalato un esemplare alto 22 m e con una chioma di 6 m di circonferenza, annoverato tra gli alberi monumentali d'Italia. Il sottobosco rigoglioso presenta svariate specie di piante tra le quali vi sono l'agrifoglio (Ilex aquifolium), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il biancospino (Crataegus monogyna) e il tasso (Taxus baccata). Quest'ultima specie è presente, all'interno del bosco della Tassita, con esemplari maestosi che raggiungono i 25 m di altezza. Numeroso il contingente delle specie endemiche tra cui si annoverano la Genista aristata, che popola la fascia termomediterranea, la Vicia elegans, una leguminosa rinvenibile nel sottobosco della fascia mesomediterranea, la Petagnaea gussonei, rarissima umbellifera, localizzata esclusivamente nel vallone Calagna (Tortorici) e in pochissime altre stazioni in prossimità di torrenti.

FAUNA
Un tempo regno di cerbiatti (così come di daini, orsi e caprioli), i Nebrodi (il cui significato deriva dal greco Nebros, che vuol dire appunto cerbiatto) costituiscono ancora la parte della Sicilia più ricca di fauna, nonostante il progressivo impoverimento ambientale. Il Parco ospita comunità faunistiche ricche e complesse: numerosi i piccoli mammiferi, i rettili e gli anfibi, ingenti le specie d’uccelli nidificanti e di passo, eccezionale il numero d’invertebrati. Tra i mammiferi si segnala la presenza del suino nero dei Nebrodi, del cinghiale (Sus scrofa), della volpe (Vulpes vulpes), dell'istrice (Hystrix cristata), del riccio (Erinaceus europaeus), del gatto selvatico (Felis silvestris), della martora (Martes martes), della donnola (Mustela nivalis), della lepre (Lepus corsicanus), del coniglio (Oryctolagus cuniculus) e, anche se molto rarefatta, del ghiro (Glis glis), dell'arvicola di Savi (Microtus savii), del topo selvatico (Apodemus sylvaticus), del moscardino (Muscardinus avellanarius), del toporagno di Sicilia (Crocidura sicula), del mustiolo (Suncus etruscus) e del quercino (Eliomys quercinus). Tra i rettili la testuggine comune (Testudo hermanni) e la testuggine palustre siciliana (Emys trinacris), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la luscengola (Chalcides chalcides) e il gongilo (Chalcides ocellatus), e numerose specie di serpenti tra cui il biacco (Hierophis viridiflavus) e la natrice dal collare (Natrix natrix). Tra gli anfibi sono presenti il discoglosso (Discoglossus pictus), il rospo smeraldino siciliano (Bufo siculus) e la rana verde minore (Rana esculenta). Sono state classificate circa centocinquanta specie d’uccelli, fra i quali alcuni endemici di grande interesse come la Cincia bigia di Sicilia ed il Codibugnolo di Sicilia. Le zone aperte ai margini dei boschi offrono ospitalità a molti rapaci come lo Sparviero, la Poiana, il Gheppio, il Falco pellegrino, e l'Allocco mentre le aree rocciose aspre e fessurate delle Rocche del Crasto sono il regno dell'Aquila reale. Il Tuffetto, la Folaga, la Ballerina gialla, il Merlo acquaiolo ed il Martin pescatore preferiscono le zone umide, mentre nelle aree da pascolo non è difficile avvistare la ormai rara Coturnice di Sicilia, la Beccaccia, l’inconfondibile ciuffo erettile dell’Upupa ed il volo potente del Corvo imperiale. Tra l’avifauna di passo meritano d’essere citati il Cavaliere d’Italia e l’Airone cinerino (Ardea cinerea). Ricchissima è infine la fauna d'invertebrati. Ricerche scientifiche recenti hanno portato a risultati sorprendenti: su seicento specie censite riguardanti una piccola parte della fauna esistente, cento sono nuove per la Sicilia, venticinque nuove per l’Italia e ventidue nuove per la scienza. Tra le forme più rilevanti sotto l’aspetto paesaggistico, si citano le farfalle (oltre settanta specie) ed i Carabidi (oltre centoventi specie).

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Le principali manifestazioni della provincia
 
martedì grasso Sfilata dell'orso e della corte principesca Saponara
Febbraio Sfilata carri allegorici ed eventi collaterali del Carnevale Torrese Torregrotta
Febbraio Carnevale della Valle d'Agrò, sfilata carri allegorici dei comuni della Valle d'Agrò Santa Teresa di Riva
Febbraio Carnevale Acquedolci
Ultimo Venerdì di Marzo Processione del SS. Crocifisso con gli incappucciati blu "i babbaluti" San Marco d'Alunzio
Venerdì Santo Sacra Rappresentazione del venerdì Santo, unica nel suo genere Francavilla di Sicilia
Domenica delle Palme e Domenica di Pasqua Passione di Cristo Savoca
Venerdì Santo
La processione delle vare, la più antica a Pozzo di Gotto, la più nuova a Barcellona. Suggestive ed accompagnate da canti e lamenti in latino struggente, si uniscono sul viale del Longano che separa idealmente i due nuclei della città.La processione delle vare, la più antica a Pozzo di Gotto, la più nuova a Barcellona. Suggestive ed accompagnate da canti e lamenti in latino struggente, si uniscono sul viale del Longano che separa idealmente i due nuclei della città.
Barcellona Pozzo di Gotto
Venerdì Santo Processione delle varette Santa Teresa di Riva
Mercoledì, giovedì e venerdì Santo Festa dei Giudei San Fratello
Lunedì di Pasqua Festa dell'Alloro Forza d'Agrò
Prima domenica dopo Pasqua Festa della SS. Maria della Catena San Piero Patti San Piero Patti
Prima domenica di maggio Festa di S. Francesco di Paola Milazzo
Seconda Domenica di maggio Festa di San Filippo d'Agira Limina
Corpus Domini Antica infiorata San Pier Niceto
24 giugno Festa di San Giovanni Alcara Li Fusi
16 luglio Festa di Santa Maria del Carmelo – Processione Solenne risalente al 1888 Santa Teresa di Riva
Prima domenica di agosto Festa di Santa Maria di Porto Salvo – Tradizionale Processione a mare Santa Teresa di Riva
2 agosto Processione di San Basilio "avanti e indietro" e sfilata di torce di basilico San Marco d'Alunzio
5 agosto Festa della Madonna della Neve Santa Lucia del Mela
Seconda Domenica di agosto (ogni 7 anni) Festa della Vara della Madonna Annunziata (prossima edizione 2014) Fiumedinisi
Seconda Domenica di agosto Festa di Santa Lucia V.M. Rappresentazione del Martirio di Santa Lucia, come da tradizione risalente al 1600 Savoca
15 agosto Festa dell'Assunta Novara di Sicilia
16 agosto Festa di San Rocco Motta d'Affermo
17 agosto (ogni 10 anni) Festa Ranni i'Sant'Agata (prossima edizione, 2016) Alì
18 agosto Festa di San Sebastiano Mistretta
19, 20 e 21 agosto Festa di San Calogero San Salvatore di Fitalia
25 agosto Cristo Longu Castroreale
Prima domenica di settembre Festa di San Sostene Martire Mili San Pietro
Prima domenica di settembre A luminaria d'u laccu Brolo contrada Lacco
Prima Domenica di settembre Festa della Madonna della Catena Mongiuffi Melia
7 e 8 settembre Festa di SS. Maria del Tindari Patti
Seconda Domenica di settembre Festa di Santa Maria del Bosco Alì
Seconda Domenica di settembre Festa Patronale di Sant'Onofrio Anacoreta, risalente al 1744 Casalvecchio Siculo
14 settembre Festa Patronale del SS. Crocifisso – Si porta in Processione un antico Crocifisso ligneo del 1300 Forza d'Agrò
20 e 21 settembre Festa patronale di Maria SS. Annunziata Raccuja
Prima domenica di ottobre Festa patronale di Maria SS. del Rosario, patrona della città dal 1872 Furci Siculo
21 e 22 ottobre Festa di Maria Santissima Capo d'Orlando
Terza domenica di settembre Festa del Letto Santo Santo Stefano di Camastra
13 dicembre Festa di Santa Lucia Santa Lucia del Mela
Ultima domenica di agosto Festa di Maria SS. delle Grazie Mazzarrà Sant'Andrea
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