La 
                            Strada del Vino della provincia di Messina abbraccia 
                            un territorio che si affaccia geograficamente su due 
                            mari il Tirreno e lo Ionio, con al suo interno lo 
                            splendido territorio della catena montuosa dei Peloritani 
                            e il magnifico scenario naturalpaesaggistico delle 
                            Isole Eolie nonché un immenso e ricco patrimonio 
                            storico ed archittettonico da valorizzare con un’offerta 
                            turistica integrata da un’enogastronomia imperniata 
                            alla qualità e tipicità. Lungo la strada 
                            del vino si distinguono tre percorsi che ci guidano 
                            alla scoperta dei territori di produzione dei tre 
                            vini DOC della provincia messinese: il percorso del 
                            Vino Faro, quello del Vino Mamertino e quello del 
                            Vino Malvasia delle Lipari. All’interno di ciascun 
                            percorso si propongono degli itinerari che permettono 
                            di scoprire attentamente il territorio arricchendo 
                            la vista, la mente ed il palato di sensazioni uniche 
                            ed indimenticabili. 
                             
                            LUNGO LA ROTTA DEL «NETTARE DEGLI DEI»
                             I 
                            profumi di miele e di frutta matura, in particolar 
                            modo l’albicocca, il colore dorato dai riflessi 
                            ambra del Malvasia delle Lipari passito doc ci guidano 
                            alla scoperta di una parte di Sicilia in cui vigneti, 
                            mare, testimonianze storico-artistiche e gastronomia 
                            dipingono panorami variopinti e mozzafiato. Ci fa 
                            strada un vino che molto probabilmente è stato 
                            introdotto a Salina nel primo trentennio del XVII 
                            secolo e che ha conosciuto l’apice della sua 
                            fortuna nell’Ottocento, quando veniva commercializzato 
                            in tutta l’area del Mediterraneo con una flotta 
                            di cento velieri. Dopo alterne vicende che ne hanno 
                            seriamente messo in crisi la produzione – epidemia 
                            fillosserica del 1888-89 in primis - la coltivazione 
                            del vitigno omonimo è piano piano ripresa e 
                            recentemente ha visto una seria opera di rilancio, 
                             
                             
                            Del resto, come non credere in un vino che nella versione 
                            passita si presenta così elegantemente dolce? 
                            Premettiamo che le tipologie di Malvasia delle Lipari 
                            DOC che vengono prodotte sono due: passito e naturale. 
                            Prodotta nelle Isole Eolie della provincia di Messina 
                            e, in particolare, nell’Isola di Salina, si 
                            ottiene con il 95% del vitigno bianco Malvasia delle 
                            Lipari e con una percentuale dal 5 all’8% di 
                            Corinto nero. In particolare, il passito si ritaglia 
                            la fama di vino da meditazione, ottimo anche in abbinamento 
                            a formaggi erborinati e a dolci tipici come cannoli 
                            e cassata. L’appassimento viene effettuato su 
                            pianta, con vendemmia tardiva; in alternativa, dopo 
                            la raccolta, l’uva viene adagiata sulle «cannizze», 
                            stuoie realizzate con canne, e spostata per appassire 
                            al sole o, nelle ore più umide, in particolari 
                            locali con lato aperto detti «pinnate». 
                            «Sembra sciroppo di zolfo. È proprio 
                            il vino dei vulcani, denso, zuccherato, dorato…» 
                            ne scriveva il romanziere francese Guy de Maupassant 
                            ne «La vita errante». Per apprezzare il 
                            sapore suadente di questo nettare suggeriamo di servirlo 
                            in piccoli calici, che favoriscono la concentrazione 
                            dei profumi. 
                           ALLA 
                            SCOPERTA DELLE ISOLE D’INCANTO 
                            Diciotto 
                            chilometri di tragitto ci portano alle Isole di Lipari, 
                            Filicudi e Salina con i suoi tre comuni, Santa Marina, 
                            Malfa e Leni. «Malvasia» sembra sia derivato 
                            da «malva sia», invocazione a Dio che 
                            la leggenda vuole abbia pronunciato un povero contadino 
                            locale che trasportava un’anfora di moscato, 
                            per difendersi dalla minaccia di un tirannico governatore 
                            arabo che esigeva di verificare il contenuto del recipiente. 
                            Il viaggio si snoda a partire da Lipari, la più 
                            grande delle Isole Eolie e suo cuore pulsante. 
                            Nota per l’estrazione della pomice, per il turismo 
                            e la pesca, ospita l’imponente rocca del Castello, 
                            l’unica acropoli greca. 
                            Da Lipari si possono facilmente programmare escursioni 
                            anche di una sola giornata nelle altre isole, utilizzando 
                            navi o aliscafi di linea. Una meta consigliata è 
                            Filicudi, dominata dal Monte Fossa Felci, un vulcano 
                            spento alto 774 metri. Quest’isola ospita ben 
                            sette vulcani inattivi ed è solcata da una 
                            fitta trama di mulattiere. 
                            Soste d’obbligo alle aziende agricole del territorio 
                            i cui terreni sono coltivati per lo più a vigneto, 
                            cappereto ed erbe aromatiche. Qui si può apprezzare 
                            un bicchiere di Malvasia delle Lipari e alloggiare 
                            nel periodo estivo. 
                          UN’OASI 
                            DI BELLEZZA: SALINA 
                             Salina 
                            – che deve il suo nome alle saline, ora abbandonate, 
                            di Lingua, un piccolo borgo sulla costa meridionale 
                            dove si trova anche un antico faro – è 
                            un’isola ideale per una vacanza a pieno contatto 
                            con la natura. Numerose le escursioni che si possono 
                            programmare, in auto o in motorino, lungo una strada 
                            che offre panorami incantevoli sulla costa frastagliata. 
                            Tappe obbligate, per degustare Malvasia, le aziende 
                            agricole presenti sul territorio. 
                            Da Santa Maria Salina, capoluogo dell’isola, 
                            si sale e si raggiunge Malfa, il cui nome deriverebbe 
                            da Amalfi da cui, ai tempi delle Repubbliche Marinare, 
                            si trasferì un nutrito gruppo di persone. Il 
                            paese è dotato di un piccolo scalo marittimo 
                            e caratterizzato dalla graziosa spiaggia dello Scario. 
                            Dopo qualche chilometro incontriamo la fortezza, utilizzata 
                            come punto di controllo durante la Seconda guerra 
                            mondiale. Proseguiamo lungo la strada costiera che 
                            sovrasta la punta del Perciato, splendido arco naturale 
                            visibile dal mare o dalla spiaggia di Pollara, la 
                            più suggestiva dell’isola. Prima di scendere, 
                            merita un’occhiata (vietato, purtroppo, avvicinarsi!) 
                            la casa dove fu girato il film «Il Postino», 
                            con Massimo Troisi e Philippe Noiret. 
                            A Malfa si trovano diverse aziende della Strada del 
                            Vino e se quest’isola proprio ci prende il cuore, 
                            possiamo pernottare negli splendidi hotel. Preceduta 
                            dalla frazione di Valdichiesa, ricca di vigneti di 
                            Malvasia, con il frequentato santuario della Madonna 
                            del Terzito, Leni ha anche una spiaggia nera di particolare 
                            bellezza, a Rinella.  
                             
                             MAMERTINO, 
                            CUSTODE DELLA STORIA 
                            Il 
                            Mamertino doc, vino nelle tipologie bianco e rosso, 
                            ottenuto principalmente con le varietà bianche 
                            Catarratto Comune, Cataratto Lucido, Inzolia e Grillo 
                            e per i rossi da Nero d’Avola e Nocera, vanta 
                            origini che risalgono ai Romani (289 a.C.). Il Mamertinum, 
                            tanto amato da Plinio, fu offerto da Giulio Cesare 
                            in occasione del banchetto per celebrare il suo terzo 
                            consolato, poi citato anche nel «De Bello Gallico». 
                            Tipicità della provincia di Messina, questa 
                            DOC suadente ci porta lungo un itinerario di 90 chilometri. 
                            Nel tour dell’immenso patrimonio storico architettonico 
                            mamertino non può sfuggire una passeggiata 
                            sul lungomare Garibaldi, ricco di negozi e palazzi 
                            d’epoca: l’Ufficio della Strada del Vino 
                            della Provincia di Messina organizza visite guidate 
                            alle cantine con assaggi tipici. Suggestiva 
                            anche la passeggiata a Capo Milazzo col suo affascinante 
                            promontorio. Sin da epoche lontane ricco di colture 
                            di uliveti, agrumeti, vigneti, ci attende Santa Lucia 
                            del Mela, incantevole paese alle pendici del Monte 
                            Mankarruna. Giunti in questa cittadina collinare dell’entroterra 
                            tirrenico, gli amanti del turismo culturale potranno 
                            visitare una decina di chiese, che custodiscono numerose 
                            opere d’arte. Il protagonista indiscusso della 
                            storia millenaria della città è il castello-arabo-svevo- 
                            normanno, che ospitò Federico II e Pier delle 
                            Vigne. Tappa, quindi, a Rodi Milici, preferibilmente 
                            sotto il Carnevale, quando si svolge «I Misi 
                            ill’Annu», personificazione dei dodici 
                            mesi dell’anno in dialetto agropastorale e in 
                            chiave satiricoumoristica. La cittadina ospita una 
                            necropoli preistorica e, oltre a testimonianze storico-artistiche, 
                            una interessante galleria d’arte contemporanea. 
                            Dopo aver visitato Furnari, con il suo caratteristico 
                            Portorosa, arriviamo a Tripi, uno dei più antichi 
                            e suggestivi borghi dell’area nebroidea. Centro 
                            tranquillo e appartato, ospita un antichissimo castello 
                            e la necropoli di Abacena, le cui origini risalgono 
                            intorno al 1.100 a.C. Di qui si può giungere 
                            a Patti, con una parte squisitamente medievale, dove 
                            si trovano anche una villa romana di età imperiale 
                            e i caratteristici Laghetti di Marinello, specchi 
                            d’acqua che vengono formati dall’alta 
                            marea sull’ampia fascia sabbiosa che si estende 
                            ai piedi di Capo Tindari. Da non perdere la visita 
                            al Parco archeologico del Tindaris, con un teatro 
                            della fine del IV secolo a.C. e con numerose testimonianze 
                            storiche. Salendo per Librizzi sulle pendici dei Monti 
                            Nebrodi troviamo uno scenario naturale di grande bellezza. 
                          UN 
                            FARO… ROSSO SULLO STRETTO 
                             Colore 
                            rosso rubino intenso, profumo etereo con note di marasca 
                            e frutta matura: il Faro DOC ci guida lasciandoci 
                            queste sensazioni, che provengono da una vitivinicoltura, 
                            quella messinese, che risale all’età 
                            Micenea (XIV secolo a.C. circa). Parliamo di una delle 
                            prime doc della Sicilia, riconosciuta nel 1976, che 
                            riguarda tutte le aree collinari del comune di Messina, 
                            in particolare Spartà, Faro Superiore, Castanea 
                            e, a sud, S. Stefano e San Placido Calonerò. 
                            L’uvaggio prevede principalmente l’utilizzo 
                            di Nerello Mascalese dal 45 al 60%, Nocera dal 5 al 
                            10% e Nerello cappuccio dal 15 al 30%. Un possibile 
                            itinerario parte dal monastero Benedettino di S. Placido 
                            Calonerò (XVI secolo), con due chiostri cinquecenteschi, 
                            che oggi è sede della sezione agraria «Cuppari» 
                            dell’Istituto Minutoli: i vigneti dell’azienda 
                            agraria annessa all’Istituto fanno da sfondo 
                            al magnifico edificio che ospita anche l’Enoteca 
                            provinciale. Da qui, percorrendo la riviera sud si 
                            raggiunge il centro cittadino. Tra gli elementi di 
                            maggior interesse citiamo il Duomo e la piazza antistante 
                            con la Fontana di Orione, opera del Montorsoli. Proseguendo 
                            in direzione nord, incontriamo il Museo regionale 
                            di Messina con, tra l’altro, importanti opere 
                            del Caravaggio («L’adorazione dei Pastori» 
                            e «La resurrezione di Lazzaro») e di Antonello 
                            da Messina («Polittico di S. Gregorio» 
                            e una tavoletta lignea bifronte). Attraversati i villaggi 
                            della litoranea nord in cui sono situate prestigiose 
                            ville di epoca Liberty (Villa Bosurgi, sede congressuale 
                            dell’Università degli studi di Messina, 
                            Villa Florio, Villa Martines, Villa Roberto). A Capo 
                            Peloro sorge il Fortino degli Inglesi la cui originale 
                            torre cinquecentesca a pianta quadrata fu resa circolare 
                            dagli inglesi nell’800 e che oggi è sede 
                            del Parco letterario Horcynus Orca, che ospita un 
                            percorso archeologico e iniziative culturali di vario 
                            genere. Da Spartà si può imboccare la 
                            strada che attraverso i villaggi delle «Masse» 
                            e «Castanea» porta al Colle San Rizzo, 
                            da cui è possibile raggiungere il Santuario 
                            di «Dinnammare », stupendo punto panoramico 
                            che si affaccia sul Tirreno e sullo Ionio.  |